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Catalogo della mostra di Lino Berzoini

by paton

Il volume, a corredo della prima mostra curata dall’associazione Lino Berzoini tenutasi dal 4 dicembre 2010 al 6 febbraio 2011 a Savona nella fortezza del Priamar nel Palazzo del Commissario, offre una sintesi esaustiva della produzione artistica di Lino Berzoini (Ficarolo RO 1893 – Albisola Superiore SV 1971), dagli anni ’20 agli anni ’70 del Novecento.

Nato nel Polesine, provato dalla grande Guerra, arriva a Torino nei primi anni ’20. Il ricordo della sua terra natia e la dolorosa esperienza nelle trincee del Piave lo accompagnano per  tutta l’esistenza , plasmandone il carattere sensibile, inquieto ed istintivo. Studia all’Accademia Albertina, ove frequenta l’ambiente artistico torinese. Con Felice Casorati e Gigi Chessa, si avvicina allo spirito artistico del “Gruppo dei Sei”.  Nel 1927 nella prima personale a Torino, recensita da Emilio Zanzi, trova un suo linguaggio personale e sincero. Prima impiegato alla Lenci come decoratore, poi come ideatore ed esecutore di ceramiche artistiche, passa nel 1935 all’Ars Pulchra come artista di punta della giovane fornace insieme a Otto Maraini.

Grazie alla conoscenza del gruppo futurista, Tullio d’Albissola nel 1937 lo chiama presso la sua fornace ad Albissola, dando vita ad un felice sodalizio testimoniato da tante ceramiche marcate MGA. Dall’arte figulina, dove la superficie levigata esprime forme sinuose, la materia diventa irta e grumosa. Con Lucio Fontana, Berzoini espone a Genova nel 1939 ottenendo un felice consenso di pubblico che si confermerà anche nelle partecipazioni alle Biennali di Venezia, alla Quadriennale di Roma, all’Internazionale di Parigi. Durante la Seconda Guerra Mondiale trova ospitalità a Pareto. Dapprima in compagnia degli artisti liguri Giovanni Battista De Salvo ed Ivos Pacetti. Qui, anche negli anni a venire, troverà un ambiente congeniale al suo carattere e al legame con la terra natia. Nei dipinti degli anni ’40 l’istinto si intinge di sentimento e di nostalgia: ne nascono Venezie o paesaggi agresti dalle tonalità pastello soffusi di intimismo e poesia. Ma il contatto con Albisola, centro propulsivo di nuove idee e fermenti internazionali, provoca in Berzoini una personalissima evoluzione dei colori e del segno che vira verso una trasfigurazione informale. Il colore più acceso sostituisce la ricerca del tono o del mezzo tono. Negli ultimi 20 anni della sua vita, il realismo viene trasformato oltre che dal colore, vicino alle tecniche ceramiche, anche dalla materia che diventa irregolare, spessa. I soggetti più cari sono i paesaggi di Pareto, Venezia, Albisola, dove il colore quasi puro viene applicato senza indugi e ripensamenti ed in cui le forme si plasmano in una materia instabile. Le “nature in silenzio” si sposano tra forma e colore sospesi tra colore tra realismo e sogno. Le Madonne con il Bambino, le figure femminili, le maternità, su fondo oro ed argento, coniugano il sentimento, anche religioso, con la sperimentazione e l’originalità della sostanza. Purezza e leggiadria dell’insieme colgono lo spettatore immediatamente come musica, in cui gli occhi sono tramite dell’anima. I miei occhi mi bastano ed il mio cuore.

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