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Catalogo della mostra di Gigi Caldanzano

by paton

Gigi Caldanzano nasce a Genova nel 1921 figlio di Luigi, importante esponente della pittura di fine ‘800 ed illustratore di Casa Ricordi. A Savona, dove si trasferisce a seguito della scomparsa del padre, si avvicina al mondo artistico locale alla ricerca di un proprio stile.

Il secondo futurismo domina le scene e Marinetti più volte presente a Savona ed Albisola oltre che a Genova produce proseliti e adepti. Accanto a Osvaldo Tommasini in arte Farfa, ed a Tullio d’Albisola esponenti storici del fenomeno artistico del futurismo, a Savona declama il vulcanico Luigi Pennone, più tardi gallerista sostenitore di molti pittori savonesi, e esercita come pretore Giovanni Acquaviva, poeta, pittore ed illustratore di grande personalità.

Caldanzano ancora studente aderisce al gruppo futurista “Sant’Elia” e quindi, nel dopoguerra è uno degli esponenti del “Cavallino Rosso” movimento pensato dal critico Dante Franco Tiglio a cui aderiscono Mario Bonilauri, Gian Mario Pollero e dal 1950, Mario Rossello.

Il Maestro ricerca la forma, il colore, l’equilibrio compositivo, trovando a differenza di altri l’ispirazione più alta non nell’analisi del paesaggio ma osservando la gente. Le persone vengono colte in atteggiamenti quotidiani e sono fonte inesauribile di spunti e di commenti a carattere ironico. L’ironia è nelle sue opere un’arma utilizzata per nascondere spesso disperazione e amarezza nei confronti di un destino già segnato; sentimenti che, viceversa, l’amico Antonio Agostani rende spietatamente evidenti senza mediazioni. Studia i classici visitando i musei con assiduità, cercando nelle opere dei “Grandi” l’essenza ispiratrice e tecnica. L’espressionismo nordico sembra interessarlo particolarmente per la particolare trasfigurazione in senso caricaturale della figura umana e per la stesura del colore puro, tecnica in cui tradisce anche l’affinità con il movimento dei “Fauves”.

La produzione pittorica matura alterna scorci di vedute liguri e fiorentine alle frequenti scene grottesche di gustosa invenzione dominate da suonatori, ubriaconi, adescatrici e petulanti donnine alle prese con insistenti ed improbabili adulatori e rese con la consueta ironia. A queste composizioni affianca partecipate elaborazioni in cui sperimenta nuovi registri.

La produzione ceramica inizia dalla frequentazione della fornace “Pozzo Garitta”, per passare alla “Mazzotti” alla “Fenice” ed alla “Ceramica Italia” e per approdare infine alla “Ceramica San Giorgio” in cui operano gli amici  Eliseo Salino, Giovanni e Piero Poggi. Proprio in questa celebre manifattura  realizza il suo ultimo lavoro: i piatti della “Processione  del Venerdì  Santo”.

La vena caricaturale e la sottile ed intelligente ironia che lo contraddistinguono, lo spingono anche all’ illustrazione,  partecipando attivamente con le sue tavole alla rivista milanese “Humor grafic” di  Luciano Consigli.

Dopo una lunga malattia si spegne nel 2008.

Nel catalogo sono documentati anche i due importanti circoli cui Caldanzano ha partecipato. Il gruppo “ Sant’Elia” con opere di Farfa, Tullio d’ Albisola ed Acquaviva ed il gruppo del “Cavallino Rosso” con dipinti di Bonilauri, Pollero e Rossello.

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