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MILENA MILANI. NEL BENE E NEL MALE E FUORI DAL CORO

by paton

Il giorno 24 dicembre si celebra il centenario di una grande savonese che ha viaggiato nel mondo senza mai dimenticatare le sue radici: Milena Milani. Soltanto grazie alla preziosa collaborazione di sua nipote ed erede Renata Guga-Zunino Milani Cattaneo questa mostra ha potuto aver luogo essendo lei stessa utilissima “memoria vivente” degli anni d’oro di Albisola (che ha vissuto dalla porta principale) fornendoci tutto il necessario, e scrivendo per la zia il racconto di quei mitici unici anni. Milena è stata protagonista prima di tutto nella vita, intesa come palcoscenico su cui esibire tutta se stessa. Le sue amicizie, i suoi legami intellettuali e d’affetto l’hanno proiettata al centro della ribalta. Regina di Caffè Letterari e Salotti. In quella posizione ha saputo dare il meglio con una certa verve narcisista ma non abbandonando mai la propria indole, le proprie idee e le verità scomode. Nell’arte è stata trasversale. Importante scrittrice di livello internazionale (Storia di Anna Drei, Io donna e gli altri, Soltanto amore, La rossa di via Tadino tra i libri più noti), immersa in uno scandalo di grande risonanza per il romanzo La ragazza di nome Giulio (dal quale sarà tratto un film che rappresentò l’Italia al XX Festival cinematografico di Berlino del 1970), vince numerosi premi e riconoscimenti tra cui il premio Mondadori (nel 1948). Il Comune di Milano le conferisce l’ambitissimo Ambrogino d’oro (1982) e nel 1988 l’allora Presidente della Repubblica Cossiga la nomina Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito. ι stata firmataria insieme a Fontana, Capogrossi, Scanavino, Crippa ecc… dal primo all’ultimo Manifesto dello Spazialismo. Compagna di vita e di lavoro di Carlo Cardazzo (dal 1945 al 1963, anno della scomparsa del grande mercante) fonda con lui nel 1946 la Galleria del Naviglio a Milano che esporrà quelli che diverranno i grandi maestri del ‘900: dai succitati a Dubuffet, Mirò, Calder, Kline, alcuni dei quali esposti in questa mostra. Documenti d’archivio, immagini di repertorio e curiosità completano il quadro di una personalità poliedrica curiosa e innovatrice. Negli anni ’50 si dedica anche alla pittura e alla ceramica: prima nel mondo usa la parola scritta con calligrafia virginale su tele e manufatti, facendola assurgere a qualcosa di misterioso. Magico. Avulsa dal suo contesto, talvolta banale talvolta erotico, diventa la chiave di lettura del suo Io più privato.

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